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04-04-2006 - Creare un mercato unico europeo della difesa, garantendo rilancio degli scambi, specie con gli Stati Uniti, e competitività industriale ed economica, nonché integrazione di intenti in politica estera

Creare un mercato unico europeo della difesa

Creare un mercato unico europeo della difesa

La Commissione lancia una consultazione

Con 70 miliardi di euro di giro d'affari e circa 770 mila posti di lavoro, l'industria europea della difesa rappresenta in termini di fatturato e di occupazione circa la metà dell'industria della difesa degli Stati Uniti. Con l'obiettivo di ridurre gli ostacoli agli scambi intracomunitari e rendere le industrie del settore economicamente più efficienti e tecnologicamente più competitive, la Commissione lancia oggi una consultazione per la creazione di un mercato unico europeo dell'industria della difesa.

Un'iniziativa che raccoglierà tutte le informazioni necessarie a definire uno strumento comunitario che consenta agli Stati membri di soddisfare le loro necessità militari in buone condizioni di sicurezza e a un costo inferiore. Attualmente, la circolazione delle attrezzature di difesa nel mercato interno è ostacolata da procedure amministrative nazionali divergenti.

'L'apertura del mercato interno degli equipaggiamenti di difesa avrebbe l'effetto di dinamizzare la nostra economia e rafforzare la competitività delle imprese europee del settore', ha dichiarato Günter Verheugen , vicepresidente della Commissione responsabile per le imprese e l'industria.

Da un'analisi delle 28 società europee che figurano fra le prime 100 del settore a livello mondiale risulta che soltanto 13 di esse realizzano più del 50% del loro fatturato nella difesa. La maggior parte delle società interessate interviene infatti sia in attività militari che civili.

Sono esaminate varie ipotesi per facilitare il funzionamento transfrontaliero dei regimi nazionali di autorizzazione all'esportazione, tra cui: proseguire la cooperazione intergovernativa così come esiste tra sei paesi dal 1998, ma estendendola agli altri 19 Stati membri; rafforzare la politica di sicurezza e di difesa dell'Unione (in particolare il gruppo di lavoro del Consiglio sulla politica europea degli armamenti - POLARM-, e l'Agenzia europea di difesa); proporre uno strumento comunitario per eliminare gli ostacoli agli scambi nell'Ue, attraverso il coordinamento delle norme sull'esportazione degli armamenti.

Nei periodi di crisi, uno strumento comunitario del genere permetterebbe di aumentare la sicurezza delle forniture di attrezzature militari provenienti dagli altri Stati membri, facilitandone la libera circolazione tra i paesi Ue. Parallelamente, offrirebbe le necessarie garanzie di tutela della sicurezza nazionale in caso di riesportazione verso paesi terzi.

Al termine della consultazione, la Commissione disporrà degli elementi necessari per prendere una decisione sulle linee principali di un'eventuale proposta, che sarà formulata entro la fine del 2006 nell'ambito di una comunicazione generale sull'industria della difesa.



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